Come scegliere tra il fisioterapista o l’osteopata
La prima cosa da valutare, per capire se è meglio utilizzare l’osteopatia o la fisioterapia per risolvere il vostro problema, è la tipologia e storicità del sintomo.
Un dolore può essere o di tipo acuto oppure cronico.
- La stragrande maggioranza dei problemi a cuti sono di origine traumatica (es. distorsioni di caviglia, traumi sportivi, fratture, e tutto quello improvvisamente crea una lesione anatomica riscontrabile tramite esami come lastre, risonanze ed ecografie). Tutte queste problematiche sono certamente di competenza del fisioterapista.
- Tutto quello che riguarda il dolore cronico (es. mal di schiena da anni, rigidità articolare, emicranie e tutto quello che vi possa venire in mente che avete da tanto tempo, che vi crea un fastidio che non vi abbandona quasi masi e che anzi, ogni tanto, tende ad aumentare) è di competenza dell’osteopata.
Fisioterapia e osteopatia devono lavorare assieme, anche perché certamente un trauma fisico (es. distorsione di caviglia) se non curato adeguatamente subito nella fase post acuta o non ci si è rivolti ad un fisioterapista può creare degli scompensi postulai che dovranno essere risolti invece dall’osteopatia.
In cosa si differenzia il fisioterapista dall’osteopata
Mentre il fisioterapista è una figura professionale riconosciuta nel panorama sanitario nazionale, in quanto, oltre al medico, ha accesso manuale terapeutico al paziente, l’osteopata, in Italia, non è considerato come tale e pertanto si rende assolutamente necessaria la qualifica di fisioterapista o il diploma di laurea in medicina chirurgia per poter esercitale la professione osteopatica.
Si evince, pertanto, che il diploma di 5 anni in osteopatia rappresenta un plusvalore per il fisioterapista.
La principale peculiarità che distingue l’esercizio delle due professioni consiste nel fatto che:
- Il fisioterapista si occupa di una sintomatologia locale per curarela quale mette in atto tecniche applicate ai segmenti articolari interessati con chinesi, massaggio o terapie fisiche con diagnosi precedentemente effettuata
- l’osteopata utilizza un approccio più globale sia nella diagnosi che nella terapia utilizzando delle mobilizzazioni articolari che possono modificare l’equilibrio posturale e motorio donando una nuova mobilità alle articolazioni ed alle fasce edagendo anche sui muscoli ed organi.
L’osteopatia
L’osteopatia è quella scienza che studia la mobilità e l’interrelazione delle nostre articolazioni ed apparati.
Una volta individuati eventuali blocchi o limitazioni, vengono normalizzati tramite una mobilizzazione o manipolazione effettuata dal terapista osteopata.
Si tratta quindi di una forma di medicina manuale che può curare il paziente tramite la mobilizzazione dei vari apparati ( articolare, muscolare, fasciale e viscerale) facilitando l’attivazione di quei meccanismi insiti nel corpo umano di autoriparazione ed autoguarigione.
Lo scopo consiste nel correggere le diverse disfunzioni della mobilità e delle eventuali interrelazioni tra l’apparato strutturale ed i rimanenti apparati.
La diagnosi iniziale palpatoria e posturale è fondamentale in quanto non è detto che un sintomo sia facilmente collegabile alla causa primaria che l’ha scatenato ( ad es. il classico dolore alla cervicale è spesso solo la conseguenza di un problema ad una vertebra nella zona dorsale o lombare che si è bloccata o ha difficoltà oppure può essere dovuto ad un problema di masticazione o mala occlusione che crea uno squilibrio sull’articolazione temporo-mandibolare); individuata una linea di collegamento, si stabilisce un programma osteopatico di trattamento che può variare nella durata e nella tipologia di tecnica utilizzata.
L’intento è quello di ritrovare una buona mobilità ed armonia che si avvicini il più possibile a quella fisiologica.
Una volta ottenuto questo risultato, si verificherà una regressione con conseguente scomparsa della sintomatologia iniziale.
E’ doveroso ricordare la grande importanza di un’altra tecnica fondamentale di cui si avvale l’osteopatia: la tecnica cranio-sacrale.
L’osteopata, attraverso la palpazione, studia i movimenti quasi impercettibili delle ossa craniche che, lungo la colonna vertebrale, si trasferiscono all’osso sacro(meccanismo di respirazione primaria o cranio-sacrale).
Una volta individuate eventuali anomalie o disfunzioni che possono dare vita a sintomatologie anche molto diffuse (ad es. emicrania, cervicalgia, acufeni o anomalie del ritmo sonno-veglia nel bambino, ecc.), il professionista interviene tramite leggere tecniche sulle ossa craniali o sul sacro per normalizzarle; queste tecniche possono essere usate anche a scopo diagnostico oltre che effettivamente curativo.
Possiamo affermare che l’osteopatia finisce laddove inizia l’ortopedia per cui le due discipline non dovrebbero mai sovrapporsi ma completarsi vicendevolmente, in quanto l’osteopatia è da considerarsi complementare e non alternativa alla medicina allopatica.
Riassumendo quanto precedentemente affermato, il trattamento osteopatico può essere diviso in quattro fasi fondamentali:
1 motivo del consulto, anamnesi del paziente ed analisi di eventuali esami clinici strumentali o diagnosi già formulate.
2 Valutazione osteopatica con test necessari, programma terapeutico da stabilire con il paziente e prime indicazioni utili a sussidio della terapia.
3 Trattamenti che si effettuano tramite pressioni, trazioni, allungamenti, rotazioni, richiedendo anche contrazioni muscolati attive o sblocchi diretti articolari detti trusts.
4 Rivalutazione del paziente con sunto generale e consigli per eventuali sedute di mantenimento o di ginnastica posturale come supporto terapeutico.
Indicazioni al trattamento fisioterapico od osteopatico
La fisioterapia e l’osteopatia sono le discipline più indicate nel trattamento delle disfunzioni dell’apparato muscolo-scheletrico comprensivo di rachide e articolazioni periferiche.
Indicazioni pratiche
E’ consigliabile rivolgersi ad un fisioterapista od osteopata in presenza dei seguenti sintomi:
- dolore o blocco cervicale con possibile conseguente dolore o formicolio all’arto superiore (cervicalgia, cervicobrachialgia)
- mal di testa (cefalea o emicrania)
- dolore mandibolare
- difficoltà masticatorie
- bruxismo notturno
- vertigini
- fischi all’orecchio (acufeni)
- dolore alla spalla
- difficoltà nel movimento della spalla (sindrome da conflitto subacromiale o periartrite)
- dolore al gomito interno od esterno (epicondilite o epitrocleite)
- dolore al polso (possibile rizartrosi)
- dolore dorsale (dorsalgia)
- dolore lombare con possibile conseguente dolore o formicolio all’arto inferiore (lombalgia o lombo sciatalgia)
- dolore o difficoltà nel muovere l’anca (coxalgia, possibile coxartrosi)
- dolore al ginocchio (gonalgia, possibile sindrome rotulea o gonartrosi)
- dolore alla caviglia (meta tarsalgia)
- dolore al piede (possibile fascite plantare)
- Dolore all’inguine (pubalgia)
- rigidità generale, difficoltà a muoversi in maniera sciolta a causa di posture errate
- Stanchezza diffusa, insonnia, difficoltà digestiva, stipsi, reflusso gastroesofageo (ernia iattale)
- Rieducazione articolare nelle fasi successive ad interventi chirurgici ortopedici, soprattutto riguardanti spalla, anca, ginocchio, caviglia, gomito, nei tempi immediatamente successivi alla rimozione di apparecchio gessato o tutore
- negli esiti traumatici articolari quali distorsioni e sublussazioni a carico di arti inferiori e superiori o traumi discorsivi del rachide
- E’ di particolare importanza l’intervento del fisioterapista od osteopata negli esiti dovuti a trauma discorsivo cervicale (colpo di frusta).
Controindicazioni
Le controindicazioni ai trattamenti osteopatici o fisioterapici sono poche in quanto è vastissima la tipologia di tecniche che possono essere applicate al paziente.
Possono insorgere problematiche inerenti alle fasi molto acute in presenza difratture non ancora consolidate o particolari patologie in atto.
In caso di gravidanza, è possibile effettuare i trattamenti solamente dal terzo all’ottavo mese di gestazione dietro adeguata certificazione del ginecologo di fiducia della paziente.
Sono controindicati i trattamenti nei primi giorni del ciclo mestruale, in presenza di forme influenzali, nella prima convalescenza post-chirurgica ed in presenza di punti di sutura.